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Auf- und Wiederaufbau unserer Identität

Südostschweiz
15.10.18 - 04:30 Uhr
YANIK BÜRKLI

Das Zusammenleben der Sprachen und Kulturen in Graubünden: Das ist das Thema der Kolumne «Convivenza», die wöchentlich in der «Südostschweiz» und der romanischen Tageszeitung «La Quotidiana» publiziert wird.

Von Claudio Losa

In ihrem Vorwort zur neusten Publikation der Collana letteraria der Pro Grigioni Italiano, der Antologie «100 sguardi sul Grigionitaliano», fragt sich Nationalrätin Silva Semadeni, ob Italienischbünden tatsächlich existiere. Die Antwort darauf ist nicht so offensichtlich, wie sie auf den ersten Blick zu sein scheint. Jede Identität ist ein komplexes Konstrukt, und das italienischsprachige Bünden ist vielleicht noch komplizierter. In Anbetracht der Distanzen, die die italienischbündnerischen Täler trennen, ist es nicht leicht, einen gemeinsamen Geist zu bilden; nicht einmal dann, wenn politische Ansprüche im Namen der sprachlichen Minderheit vorgebracht werden müssen.

Wenn man auch auf der Ebene des politischen Diskurses nicht immer die ganze Bevölkerung erreicht, so darf die Bildung eines italienischbündnerischen Geistes nicht auf einen Dialog mit der Bevölkerung verzichten. Wie weckt man also das gegenseitige Interesse der Südbündner Täler? Wie erreicht man eine bessere Kenntnis des anderen, damit man sich vereint und man die eigenen Ansprüche durchsetzen kann? Die Antwort ist relativ einfach: Man muss die Gelegenheit zu Treffen und einem Austausch fördern, man sollte die Kontakte pflegen und den Menschen die Möglichkeit geben, neue Freundschaften zu schliessen und die Mittel bereitzustellen, damit man das Gebiet der anderen besser kennenlernen kann.

Seit einigen Jahren unterstützt die Pro Grigioni Italiano die Idee, überregionale Projekte zu entwickeln, welche die Integration Italienischbündens unterstützen. In den letzten Monaten haben die Anstrengungen langsam Form angenommen. Ende Juli wurde in Poschiavo die Ausstellung der Südbündner Künstler «Tracce e impressioni del Grigionitaliano» eröffnet, welche nun im ganzen Kanton gezeigt wird. Ebenfalls Ende Juli wurde die Anthologie «100 sguardi sul Grigionitaliano» vorgestellt, die Berichte von Reisenden vorstellt, die in unseren Gegenden mehr oder minder bekannt sind. Schliesslich wurde Ende August in San Bernardino der Leitfaden für Jugendliche «Leo e Lila alla scoperta del Grigionitaliano» präsentiert. Dieser wertvolle kleine Band spricht nicht nur die jüngeren Südbündner an, sondern möchte einerseits einen Treffpunkt für die italienischsprachigen Täler darstellen, und andererseits ein Bindeglied mit Deutsch- und Romanischbünden sein. Um die Kenntnisse über Südbünden auch nördlich der Alpen zu vertiefen, wird der Leitfaden bald auch in die deutsche Sprache übersetzt werden.

Die Schaffung neuer Kontakte und die Erneuerung des Austauschs zwischen den Italienischbündner Tälern, aber auch zwischen Italienischbünden und dem Rest des Kantons entsprechen den Anstrengungen, welche die Pro Grigioni Italiano seit nunmehr hundert Jahren unternimmt. Gleichzeitig sind sie Beweis eines ständigen Einsatzes für die Definition und Bekräftigung der italienischbündnerischen Identität. Mit Bezug auf den am Anfang dieses Artikels zitierten Beitrag von Silva Semadeni kann ich nur sagen, dass Italienischbünden existiert, und dass es vielleicht noch nie so lebendig war wie heute.

Claudio Losa unterrichtet an der Bündner Kantonsschule Italienisch und ist Vorstandsmitglied der Pro Grigioni Italiano.

 

Costruire e ricostruire la nostra identità

Nella sua prefazione all’ultima pubblicazione della Collana letteraria della Pro Grigioni Italiano, l’antologia «100 sguardi sul Grigionitaliano», la consigliera nazionale Silva Semadeni si chiede se il Grigionitaliano esista per davvero. La risposta è meno scontata di quanto possa apparire in un primo momento. Ogni identità è un costrutto complesso e l’identità grigionitaliana lo è forse ancora maggiormente. Di fronte alla distanza che separa le valli grigionitaliane, forgiare uno spirito comune non è facile nemmeno quando ci sono rivendicazioni politiche da portare avanti in nome della minoranza linguistica.

Se a livello di discorso politico non sempre si riesce a raggiungere tutta la popolazione, il tentativo di creare un’identità grigionitaliana non può prescindere da un dialogo diretto con la gente. Come fare allora a risvegliare l’interesse reciproco delle valli grigionitaliane? Come sollecitare una maggiore conoscenza dell’altro affinché ci si possa sentire uniti e far valere la propria voce? La risposta è relativamente semplice: bisogna favorire le occasioni d’incontro e di scambio, bisogna coltivare i contatti e dare alle persone la possibilità di stringere nuove amicizie, bisogna offrire i mezzi per conoscere meglio il territorio dell’altro.

Da alcuni anni la Pro Grigioni Italiano sta portando avanti l’idea di dare vita a dei progetti sovraregionali che favoriscano l’integrazione del Grigionitaliano. Negli scorsi mesi gli sforzi profusi hanno cominciato a prendere forma. A fine luglio è stata inaugurata a Poschiavo la mostra di artiste e artisti grigionitaliani «Tracce e impressioni del Grigionitaliano», che sta ora facendo il giro del Cantone. Sempre a fine luglio è stata presentata l’antologia «100 sguardi sul Grigionitaliano», che raccoglie le testimonianze di viaggiatrici e viaggiatori più o meno conosciuti passati dalle nostre parti. Infine, a fine agosto è stata presentata a San Bernardino la guida per ragazze e ragazzi «Leo e Lila alla scoperta del Grigionitaliano». Questo prezioso volumetto non solo si propone di coinvolgere i più giovani grigionitaliani, ma vorrebbe anche essere un punto d’incontro tra le valli italofone da una parte e il Grigioni di lingua tedesca e romancia dall’altra. Al fine di favorire la conoscenza del Grigionitaliano anche al nord delle Alpi, la guida sarà presto tradotta anche in tedesco.

La creazione di nuovi contatti e il rinnovamento di scambi tra le valli grigionitaliane, ma anche tra il Grigionitaliano e il resto del Cantone, s’inseriscono nel solco di un impegno che la Pro Grigioni Italiano porta avanti da ormai cento anni. Al contempo essi sono la testimonianza di un incessante lavoro di definizione e di affermazione dell’identità grigionitaliana. Riallacciandomi al testo di Silva Semadeni citato all’inizio di questo articolo, posso solo dire che il Grigionitaliano esiste, e forse non è mai stato tanto vivo come quest’anno.

Claudio Losa insegna italiano presso la Scuola cantonale grigione ed è membro del Consiglio direttivo della Pro Grigioni Italiano.

 

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